Mi chiamo Armando,
ho 19 anni, lavoro come falegname e passo i momenti liberi con gli amici a Piazza Pia ad Albano. È il 10 giugno 1940. Mi hanno detto che il mio paese, l’Italia, è entrato in guerra. Adesso sono un Granatiere, imbraccio un fucile pesante, ho lasciato sega e martello.

Mi chiamo Armando.
Il 10 febbraio del 1944 ci bombardano e ci sfollano alle grotte di Albano Laziale, la mia città. Nel 1945 sono congedato, la guerra è finita, ritorno a fare il falegname, il mestiere che ho sempre amato.

Mi chiamo Armando.
Nel dopoguerra, con il mio titolare, rifacciamo molte vetrine di Via Nazionale a Roma…com’è bella Roma, e che bello vedere la gente che passeggia senza più paura. Nel 1950 mi sposo con Rosina e nascono i nostri figli.

Mi chiamo Armando,
ho figli e nipoti e abito sempre nella stessa città. Ho lavorato fino a 90 anni dopo aver fatto i mobili a molte attività e case private.

Mi chiamo Armando e stamattina compio 100 anni.
Oggi verrà a trovarmi il sindaco della mia città, figli, nipoti, amici e mi hanno detto che ci saranno anche i giornalisti…chissà cosa mi chiederanno? Non ho fatto nulla di speciale, ho solo vissuto per molti anni.

Ho il cuore colmo di gioia.

Mi chiamo Armando….